Città e Paese di residenza: Lima, Perù.

Titolo di studio: diploma in pubblicità conseguito in Perù; ha frequentato la scuola Enaip di Bassano del Grappa (Vicenza) conseguendo la qualifica di cuoco.

Laureato all’Università San Ignacio de Loyola di Lima.

Professione: insegnante di cucina presso la prestigiosa Università San Ignazio di Loyola, Facoltà di Gastronomia e scuola di Chef.

Impresa dove lavora o di cui è titolare: Università San Ignazio di Loyola

Web site: www.usil.edu.pe

Associazione veneta e/o Comitato Veneto di riferimento:

di origine vicentina, di Schio, è socio dell’Associazione Veneti nel Mondo Perù http://www.venetinelmondo.org/circoli-allestero/, che fa parte del Comitato Veneto del Pacifico.

Breve Presentazione:

Ho sempre lavorato in ristoranti rinomati in Italia. Al Castello Superiore di Marostica, La Darsena di San Remo e prima di ritornare in Perù ho lavorato come chef del ristorante Antonietta  nella piazza dei Miracoli di fronte alla Torre di Pisa. Nel 2006 sono ritornato in Perù ed ho lavorato come chef al ristorante Fiamma a Lima ed ora dal 2007 sono insegnate di cucina alla prestigiosa Università San Ignazio di Loyola, alla facoltà di Gastronomia e scuola di Chef.

“Sono nato a Lima nel luglio del 1969. Mio padre invece, Nereo Reghellin, nacque a Schio, in provincia di Vicenza nel ’32. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, mio nonno, Giovanni Reghellin lavorava al Lanificio Rossi. Così cominciò a guardarsi intorno e vide la pubblicità del Sud America. Prese accordi per un lavoro in Venezuela come meccanico per le macchine utensili. Mio nonno partì assieme a mio padre che allora, negli anni ’50, aveva 18 anni. Partirono con la nave Amerigo Vespucci, destinazione Venezuela. Quando arrivarono, si accorsero che il contratto di lavoro che avevano in tasca non era per il Venezuela, ma per il Perù. Non si persero d’animo, anzi presero il primo volo per il Perù e si presentarono al posto di lavoro assegnato dal contratto. Lima, nell’azienda Santa Catalina. Un’azienda tessile appunto, almeno questo corrispondeva. Dopo circa due mesi che lavoravano nell’azienda e le cose cominciavano ad andare bene, chiesero alle autorità competenti se potevano far arrivare anche la nonna Oliva e la zia Maria, sorella più piccola di mio padre. Due mesi dopo sbarcarono Lima. La famiglia Reghellin ora era al completo”.

“Ma tornando a me, quando compii diciotto anni decisi di andare in Italia a fare il militare. Avevo uno spirito avventuriero. Mio padre non era assolutamente d’accordo. Lui sapeva cos’era la guerra, l’aveva vissuta. Cercò in tutti i modi di farmi cambiare idea, ma io non lo ascoltai. Nel 1988 partii dal Perù ed andai a casa di mia zia Maria, in Veneto. Lei nel frattempo si era sposata con un peruviano ma erano ritornati in Italia a Lonigo. Iniziai a preparare i documenti per fare il militare. Visto che avevo la doppia cittadinanza mi chiesero di fare un colloquio e mi arruolarono nel corpo dei Bersaglieri. Io sinceramente avevo chiesto di entrare negli Alpini. Mi avevano sempre attratto perché mio padre non si separava mai, in Perù, da un libro fotografico degli alpini che scalavano le montagne. Quando arrivai in caserma mi misero in cucina, onestamente non lo so perché, visto che non sapevo neanche friggere un uovo. Comunque mi appassionai talmente che decisi di fare il cuoco di professione.

Dopo un po’ ebbi problemi di salute e venni congedato. Ritornai in Perù, dalla mia famiglia, dove studiai nel ramo della pubblicità e presi il diploma. Nel ’93 ritornai in Italia, andai a Viterbo da amici e trovai un lavoro in cucina come aiuto cuoco, ci rimasi un anno. In quel periodo feci Italia Perù, molte volte, lavorando sempre in cucina. Nel 2003 frequentai la scuola Enaip di Bassano del Grappa e conseguii la qualifica di cuoco. Da allora ho sempre lavorato in ristoranti rinomati in Italia. Al Castello Superiore di Marostica, La Darsena di San Remo e prima di ritornare in Perù ho lavorato come chef del ristorante Antonietta  nella piazza dei Miracoli di fronte alla Torre di Pisa. Nel 2006 sono ritornato in Perù ed ho lavorato come chef al ristorante Fiamma a Lima ed ora dal 2007 sono insegnate di cucina alla prestigiosa Università San Ignazio di Loyola, alla facoltà di Gastronomia e scuola di Chef.”

“Sono veramente orgoglioso di sapere che i veneti in Italia sono considerati come grandi lavoratori, l’ho provato sulla mia pelle. Vorrei concludere con un detto che negli anni ho fatto mio: tutto quello che cresce lì, cresce meglio.” (Tratto da Destinazione Perù, di Flavia Colle e Aldo Rozzi Marin)


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