VICENZA L’imprenditore, ma anche il mecenate e il «conte volante». È mancato Paolo Marzotto, l’ultimo tra i figli maschi di Gaetano Junior ancora in vita, dell’omonima dinastia tessile di Valdagno (Vicenza). Con lui se ne va un pezzo del Veneto «che fu», della regione uscita in macerie dal Dopoguerra ma con tanta voglia di ricominciare e crescere: lavorando sodo, generando ricchezza e benessere, costruendo pure passione sportiva. Paolo Marzotto incarnava anche questo aspetto, alternando alla fabbrica anche sfrenate gare automobilistiche. «Ci chiamavano i conti volanti – ricordava con un sorriso Marzotto in un’intervista di un anno fa – e avevamo corso tutti: ma i più veloci eravamo io e Giannino».
Una generazione che se ne va
Il conte Paolo avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 9 settembre. Dei figli di Gaetano Junior, oggi rimane solo Laura: negli anni scorsi sono mancati via via Umberto, Pietro, Vittorio, Italia e Giannino. Con loro era andata spegnendosi la generazione che più aveva visivamente incarnato, nel Dopoguerra, il successo dei Marzotto. Paolo lascia la moglie Caroline, sposata in seconde nozze, e le figlie Veronica e Dominique (figlie della prima moglie Florence, scomparsa nel 2012). Come amava ricordare il conte, Gaetano Junior aveva «iniziato» lui e i fratelli al lavoro in fabbrica già da giovanissimi: «Noi tutti abbiamo cercato di portare avanti l’impresa di nostro padre – erano le parole di Paolo Marzotto, alcuni mesi fa – dal momento in cui divenimmo diciottenni venimmo immersi negli affari. Papà era deciso, inizialmente ci diceva cosa fare e dove andare. Essere imprenditori allora voleva dire essere in fabbrica con un contatto costante coi dipendenti: la cosa bella è che oggi, a distanza di tanti anni, i nostri ex dipendenti si ricordano di noi e sono contenti di salutarci. L’imprenditore di allora vedeva tutti i giorni certi dettagli mentre oggi il contatto è spesso meno personale e più indiretto. Si può fare tanto anche a distanza col telefonino».

Le imprese sportive
Ma il conte Paolo era finito spesso sulle cronache nel secondo Dopoguerra anche per le imprese sportive. Amava la caccia ma soprattutto il volante, ed era stato uno dei dominatori delle magiche stagioni legate ai primi circuiti automobilistici e competizioni d’epoca: correva Paolo come correvano i fratelli «conti volanti», Giannino, Umberto e Vittorio Emanuele, e tutti amavano sfrecciare in pista sulle Ferrari. Ma proprio Paolo era considerato il più veloce: gareggiò con onore a Le Mans e in alcune delle Mille Miglia succedutesi in Italia. Si impose nel Giro delle Calabrie, nel Giro di Sicilia, nella Coppa delle Dolomiti, il circuito di Pescara e quello di Senigallia, oltre alla Salita delle Torricelle.

Paolo il «mecenate»
Oltre al Paolo «pilota», c’era poi il Paolo mecenate: da parte del conte non è mai mancato il sostegno alla fondazione valdagnese Marzotto, realtà che con le sue varie attività da 60 anni si prende cura di bambini e anziani nella città dell’Ovest Vicentino. Non più tardi di un mese fa, Paolo con la moglie Caroline aveva deciso di aderire all’iniziativa avviata da Aci Vicenza in favore degli anziani ospiti delle case di riposo del Vicentino: l’iniziativa, nata per dare fondi per la prevenzione del contagio da Covid-19 nelle case di riposo, si è concretizzata pochi giorni fa con la donazione di 78 mila euro a centri di servizio pubblici e no profit. Dopo aver contribuito, assieme ai fratelli, a far crescere l’omonima impresa del tessile e dell’abbigliamento di famiglia, Paolo Marzotto si era allontanato dal settore per dedicarsi alla produzione vitivinicola. Il conte produceva vino in Sicilia, e collaborava alle attività del Gruppo Santa Margherita, polo vitivinicolo fondato a Portogruaro nel 1935 da Gaetano Junior. Il gruppo è proprietà dei quattro figli di Vittorio Emanuele Marzotto: Stefano Marzotto presiede Zignago holding, Nicolò Marzotto è nel cda, Luca è vicepresidente e Gaetano presidente del gruppo.

I ricordi
Proprio quest’ultimo condivide un affettuoso ricordo dello zio Paolo: «È stato per me e i miei fratelli Stefano e Luca uno zio vicino, che ci ha aiutato molto quando è morto nostro padre – ricorda Gaetano Marzotto – È stato un personaggio eclettico, con cui ho condiviso molto: andavo a caccia con lui ed è stato il mio predecessore in Santa Margherita dove ha compiuto investimenti importanti, a partire dall’acquisizione del 60 per cento di Ca’ del Bosco nel 1993. Era innamorato di sua moglie Florence e ha sofferto moltissimo alla sua morte. Ha cercato poi di rifarsi una vita: aveva bisogno di condividere la sua vitalità. Era un carattere tosto, duro, ma dentro una persona simpatica e buona. Una persona speciale».

Tratto da https://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/economia/20_maggio_26/economia-11-azero1corriereveneto-web-veneto-8a3ca638-9f10-11ea-93fb-c3e6071ada8f.shtml

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